La liturgia della Parola di questa Domenica ci pone dinanzi al volto misericordioso e gratuito del Signore, al suo donarsi a tutti.
La prima Lettura, tratta dal profeta Isaia, ci mostra il Signore in tutta la sua grandezza e santità, è Dio stesso che ci parla rivelando il suo modo di agire: “le mie vie non sono le vostre vie … tanto il cielo sovrasta sulla terra, così le mie vie sovrastano le vostre vie”.
La sapienza di Dio, la sua giustizia, il suo modo di guardare ed agire sono diversi, la sua conoscenza dei fatti e soprattutto dei cuori di ogni uomo va aldilà di quello che noi vediamo, percepiamo. Egli è il Dio che largamente perdona, che usa pazienza e misericordia, come ci suggeriscono le parole del Salmo, vicino ad ogni sua creatura, ascolta il grido di ognuno, espande la sua tenerezza e bontà paterna su tutti. E’ per questo che, come il salmista, benediciamo il Signore, lo lodiamo, rimaniamo stupiti di fronte alla sua santità.
La prima Lettura e il Salmo ci introducono e ci aiutano a comprendere meglio le Parole di Gesù nel Vangelo, la parabola da Lui narrata ci mostra veramente quanto le sue vie non sono le nostre e ci chiama in causa dal momento che giudicheremmo i fatti in modo diverso. E’ quindi un invito a cambiare la nostra mentalità, il nostro cuore e imparare non la nostra ma la giustizia, la misericordia di Dio. Infatti la Parola di Dio che ascoltiamo in ogni Eucaristia, non solo svela il mistero di Dio, ma ci dona anche di vedere il nostro cuore, i nostri sentimenti, ciò che dobbiamo convertire, ciò che dobbiamo lasciar guarire dal Signore.
Con questa parabola Gesù si rivolge principalmente ai farisei e agli scribi che criticavano il modo di agire di Gesù, il suo andare in cerca degli ultimi, il suo sedersi a mensa con i peccatori, si rivolge anche a noi e ci invita a rivedere il nostro cuore.
Dobbiamo confessare che di fronte a questa Parola proviamo un certo disagio, forse siamo anche tentati di criticare, non ci sembra giusto il comportamento del padrone che da a tutti la medesima paga, non capiamo il suo essere buono, la sua gratuità.
Il padrone di casa esce ad ogni ora della giornata, cerca, chiama tutti fino a sera, ad ognuno promette una ricompensa, ma solo con i primi pattuisce il salario, agli altri promette ciò che è giusto, ma alla fine la ricompensa è la stessa per tutti. Perché? Per quale ragione gli ultimi ricevono un denaro come i primi? L’amore, la bontà del Signore non hanno spiegazioni secondo la nostra logica, né la nostra giustizia, la generosità di Dio va aldilà di ogni nostra comprensione.
Questa parabola è però anche un invito alla speranza, non solo siamo chiamati a convertire il nostro cuore, ma anche a contemplare la misericordia di Dio, il suo andare in cerca di tutti e il suo donare a tutti il tempo e l’opportunità di salvarsi, di passare da una vita vuota, priva di senso ad una vita piena colma della sua presenza, al servizio del suo Regno.
La seconda lettura, tratta dalla lettera di San Paolo ai Filippesi, può sembrare staccata dal resto, in realtà essa, non solo ci permette di cogliere i sentimenti dell’apostolo, il suo zelo e il suo scopo: “per me vivere è Cristo”, ma dona anche a noi il senso della vita cristiana del nostro faticare ogni giorno, del ricominciare ogni giorno in qualunque situazione ci troviamo a servire il Signore, a intessere con Lui un rapporto di comunione che ci permette di amare, come Lui con gratuità e nella verità i nostri fratelli.