Questo breve episodio evangelico è denso di significato e ci insegna innanzitutto come Gesù non cerchi la propria gloria, ma quella del Padre e come dia importanza al ministero dei Sacerdoti, quali mediatori e ministri dell’Antica Alleanza e molto di più della Nuova.
Gesù indirizza i malati che gli chiedono aiuto ai Sacerdoti, essi obbediscono e obbedendo si trovano guariti. Sono dieci, tutti capaci di fede, di preghiera, di obbedienza: “Gesù, maestro, abbi pietà di noi!” … e mentre vanno sono purificati. Ma tutti vanno per la loro strada, senza ringraziare nessuno. Uno solo capisce il significato di questa guarigione, a cui non aveva diritto e che gli è donata. Comprende che l’Unico capace di un’opera simile è Dio: Dio presente in quell’uomo che lo ha guarito: Gesù. Questa scoperta lo riempie di gioia, di gratitudine e di fede vera: quella fede che apre gli occhi e fa vedere l’invisibile. Tutto questo lo cambia profondamente, lo converte veramente a Dio: lo rende capace di “tornare indietro lodando Dio a gran voce” e di prostrarsi “davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo”.
Gesù gradisce infinitamente questo gesto di gratitudine, non perché rivolto a se stesso, ma in quanto riconoscimento di Dio e del Suo Amore misericordioso e onnipotente. Egli attribuisce questo miracolo alla fede del malato, perché non ha ostacolato Dio con l’incredulità. Dio non vuole imporsi, ma proporsi, perché ci ha creati liberi e rispetta la nostra libertà.
Il Vangelo nota anche che l’unico che ha capito e ringraziato “era un Samaritano… uno straniero”. Non era un fedele, un praticante, uno del “popolo di Dio”. Era un infedele, un eretico, uno qualunque, uno che non valeva niente agli occhi degli uomini, ma che invece valeva molto davanti a Dio.
Come è diverso il modo di vedere di Dio dalla nostra piccola mentalità umana!
Davanti a Lui ciascuno di noi ha un valore grande e unico, perché ciascuno è un Suo capolavoro, creato per l’eterna comunione d’amore con Lui e con tutta la Sua creazione.
Dio ha messo questo capolavoro nelle nostre mani, nelle mani di ciascuno, e ha lasciato a ciascuno la libertà e la capacità di perfezionarlo o di rovinarlo.
A noi la scelta.