Questa terza Domenica di Avvento, chiamata gaudete, prende il nome dall’antifona di ingresso: “Rallegratevi sempre nel Signore… il Signore è vicino”. E’ un invito alla gioia quello che ci viene proposto oggi: siamo chiamati a gioire in profondità, esultare nel nostro intimo perché il Signore è vicino, viene a cercare ogni uomo, Lui che è Dio si fa bambino per noi, Egli entra nella storia per essere accanto a noi e condividere le gioie e le sofferenze della nostra vita.
La prima Lettura, tratta dal libro del profeta Isaia, è un inno di lode e di esultanza, il profeta è inviato da Dio a portare l’annuncio di salvezza al popolo di Israele che vive il dramma dell’esilio e della schiavitù in Babilonia: i cuori di coloro che ora soffrono saranno fasciati, gli schiavi verranno rimessi in libertà, ci sarà un anno di grazia, un giubileo nel quale verranno condonati i debiti e restituite le terre ai poveri: un annuncio che apre alla speranza e dona consolazione all’intera comunità di Israele. Alla proclamazione della salvezza corrisponde una risposta gioiosa “io gioisco pienamente nel Signore”, il popolo si scopre benedetto dal Signore, riconosce la sua azione gratuita e la salvezza ottenuta viene espressa in termini di un’alleanza di amore sponsale. Israele, provato dalla sofferenza dell’esilio riceve ora una veste di salvezza, un mantello di giustizia, il diadema nuziale e gioielli di felicità e fecondità.
In sintonia con il tono gioioso di questa Domenica, la liturgia propone al Salmo responsoriale il cantico della Beata Vergine Maria: un canto di lode di chi, come Maria, ha scoperto ciò che il Signore ha compiuto nella propria vita. Nella Vergine Maria la misericordia di Dio ha portato a compimento tutte le promesse fatte ad Israele.
La seconda lettura riporta la parte conclusiva della prima lettera scritta dall’apostolo Paolo ai cristiani di Tessalonica: è un testo ricco di affetto e di esortazioni per la vita concreta della comunità. Si tratta di otto imperativi che aiutano nel cammino di santificazione quotidiana di ogni fedele. Innanzitutto l’apostolo esorta alla gioia siate sempre lieti: anche in mezzo alle prove la gioia del cuore è frutto di una comunione profonda con il Signore e di un affidamento pieno di fiducia alla sua volontà. Segue poi l’esortazione alla preghiera e al ringraziamento, pregate incessantemente in ogni cosa rendete grazie, e ad alimentare sempre il fuoco dello Spirito Santo Colui che ci illumina e ci insegna ad amare il Signore e i fratelli. E’ lo Spirito Santo che ci dona la capacità di discernere i segni dei tempi, di operare il bene e di astenerci da ogni sorta di male.
Questo ci consente di preparare i nostri cuori, la nostra vita alla venuta del Salvatore: è quanto annuncia Giovanni Battista, figura di spicco in questo tempo di Avvento proprio perché egli è colui che addita il Messia. Sulle rive del fiume Giordano, Giovanni amministrava un battesimo segno di conversione e di richiesta di perdono per i propri peccati: un’iniziativa inconsueta rispetto alle solite abluzioni rituali dei Giudei, ma che aveva il valore di purificare il cuore per accogliere Colui che deve venire. Tale battesimo era considerato un atto escatologico che dava inizio alla salvezza definitiva, per questo molti accorrevano a lui, Giovanni rivela la sua missione e invita anche noi oggi ad aprire i nostri cuori e le nostre vite al Signore che viene.
Sorelle Clarisse. Monastero San Micheletto