Primi documenti
Documenti sui primordi della chiesa di Monte S. Quirico (dalle origini al 1050)
Le origini
Nessuna data certa riguardo alla prima fondazione della nostra chiesa.
Essa comunque va collocata tra l’anno del martirio del suo patrono (305 circa) e l’anno 788, che è la prima data registrata su un documento storico che si possa riferire con certezza a questo luogo di culto.
Dalle parole del Vescovo di allora (Giovanni I) si deduce che la chiesa era sempre stata di pertinenza del Vescovato di Lucca, che affidava nel tempo a dei chierici l’incarico di officiarla e di custodirla in cambio di benefici.
Dopo l’anno mille risulta che accanto alla chiesa (forse anch’essa ricostruita) sorgesse un monastero ad opera di monaci (forse dell’Ordine benedettino).
E’ accertato storicamente infine che il monastero e la chiesa furono donati dal Vescovo di Lucca, Anselmo II, all’Abbazia benedettina di Chaise-Dieu (Casa Dei) nella regione dell’Alta Loira in Francia.
La dipendenza da questa Abbazia si protrasse poi per circa tre secoli.
Anno 767
Il primo documento storico che fa riferimento al territorio e alla chiesa di Monte San Quirico è un testamento custodito nell’Archivio arcivescovile di Lucca, in cui un certo Tassilone lascia a favore della chiesa di S. Frediano un suo appezzamento di terra:
“aveas Ecclesia S. Frediani terra mea sub Monticello”.
Probabilmente su quel “Monticello” già doveva esserci la chiesa di San Quirico, come si può dedurre dal successivo documento del 788.
Anno 788
E’ di questo anno il primo documento (anch’esso custodito dall’Archivio arcivescovile) in cui si fa cenno alla chiesa di S. Quirico in Monticello. In esso i due figli del Prete Barbenti e un loro cugino rivendicano il diritto di continuare a godere delle rendite della chiesa che fino ad allora aveva retto il Barbenti, padre e zio rispettivamente dei pretendenti.
Il vescovo Giovanni I nel giorno della festa di S. Quirico venne con Preti e Diaconi alla nostra chiesa e volle ascoltare le motivazioni per cui quei chierici chiedevano di poterne godere i benefici. Dopo averli ascoltati, il vescovo dichiarò che nessuno dei tre poteva pretendere le rendite di quel Beneficio che era sempre stato proprietà del Vescovato, come asseriva il contratto, scritto “al tempo di Desiderio ed Adelchi re”, con il quale il prete Barbenti era venuto in possesso del Beneficio di San Quirico in Monticello.
I chierici infatti, udita la lettura del contratto, dovettero convenire che ad essi niente poteva spettare, se non quello che piacesse al Vescovo di assegnar loro: “et nos nihil exinde abere potemus, nisi quantum Vobis placet”.
Ciò che si afferma in questo documento dimostra, almeno indirettamente, che la Chiesa di S. Quirico in Monticello esisteva già da tempo ed era amministrata regolarmente dal Vescovo di Lucca.
Vescovo Ambrogio (843-852)
Ambrogio nell’848 allivella, cioè cede in godimento, tutti i beni della chiesa di S. Quirico in Monticello ad un prete di nome Orso con l’obbligo di officiare la chiesa, di ricevere ogni anno nel giorno della festa del Patrono i rappresentanti del Capitolo vescovile, di preparare loro un buon pranzo e di passare al Primicerio la metà delle offerte e delle candele che i fedeli avevano donato per l’occasione.
Per giunta il prete Orso deve sottoscrivere il seguente giuramento:
“Se non farò questo ogni anno giuro di pagare a te Vescovo Ambrogio e ai tuoi successori la multa di 30 soldi d’argento…”
Vescovo Gherardo I (868-895)
Nell’anno 882, sotto il regno di Carlo (probabilmente Carlo III detto il Grosso, che è stato anche l’ultimo imperatore della dinastia carolingia ), il Vescovo allivella la nostra chiesa all’Accolito Andrea e a suo figlio con le decime, le offerte ed ogni edificio, compreso lo stesso Monticello ed i territori che vi confinano.
Il livello che i beneficiari devono pagare consiste in una somma di otto soldi d’argento, le solite regalìe per la festa di S. Quirico (ricevere la vigilia gli inviati del Vescovo, preparare loro il pranzo, versare le offerte) con l’imposizione di una multa di cento soldi, se non avessero adempiuto ogni anno a questi obblighi.
Vescovo Giovanni II (1023-1056)
Questi primi tempi della chiesa, anche a Lucca e a Monte san Quirico, risultano piuttosto oscuri non solo per quanto riguarda la carenza di notizie, ma soprattutto per le condizioni di vita depravata del Clero, che viveva spesso nella simonia e nel concubinaggio.
Anche il patrimonio e le rendite erano diminuite “perché -come afferma Mons. Pietro Lazzarini in una sua opera dedicata interamente alla nostra parrocchia- i fedeli che in genere […] sono generosi con la Chiesa e i suoi Ministri, giustamente non volevano sacrificarsi per chi voleva godersi la vita con la concubina, né mantenere figli illegittimi, avendo da mantenere, e con sacrificio, i propri.”
Ma con l’avvento del vescovo Giovanni II spunta per la diocesi di Lucca e quindi anche per Monte S. Quirico un’alba nuova. Egli iniziò la riforma della sua Chiesa e la revisione e il risanamento del patrimonio con energia e pazienza.
Anche la chiesa di Monte S. Quirico risentì i benefici effetti del suo governo: il suo clero cominciò a far vita in comune, dedicandosi alla preghiera e alla cura dei fedeli.
Sotto il governo di questo vescovo la chiesetta originale fu ampliata e affiancata da un monastero donati successivamente ad un ramo francese dell’ordine benedettino che perseguiva con forza il rinnovamento della Chiesa e la moralizzazione dei costumi.