Ci stiamo avvicinando ai giorni santi del mistero pasquale e la liturgia di questo giorno ci invita a riflettere sul mistero della nostra salvezza scaturita dalla Passione e morte del Signore.
La prima Lettura, tratta dal libro del profeta Geremia, presenta un’alleanza nuova promessa dal Signore al suo popolo in un momento drammatico della storia di Israele, che vive l’esilio e la schiavitù in Babilonia. Proprio in un contesto di desolazione il Signore dona la speranza di ricominciare offrendo un’alleanza nuova, scritta sul cuore di ogni uomo. Nonostante Israele abbia più volte infranto l’antica alleanza data a Mosè sul monte Sinai, Jhwh non ritira il suo amore anzi, si potrebbe dire, propone qualcosa di più, si coinvolge ancora di più con esso. Mentre l’antica alleanza, infatti, è un patto bilaterale condizionato dalla promessa del popolo di ascoltare la Parola e osservare i comandamenti del Signore, la nuova alleanza è un dono gratuito, che coinvolge il popolo in un rapporto più profondo con il suo Signore: “io sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo, … tutti mi conosceranno”. Tale alleanza è costituita da tre caratteristiche ben precise: la prima è che essa è scritta sul cuore di ogni uomo, non più su tavole di pietra, come la Torah, ma è posta nell’intimo, il cuore stesso dell’uomo diviene la nuova arca dell’alleanza, il tempio dove Dio dimora. La seconda caratteristica è la conoscenza del Signore, non si tratta di una conoscenza intellettuale, ma esperienziale, sponsale. La terza è il perdono dei peccati: “perdonerò la loro iniquità non ricorderò più il loro peccato”. Solo Dio può perdonare i peccato, mostrando a noi il suo amore e la sua misericordia. Il perdono è un atto creativo: dona la possibilità di cambiare di divenire creature nuove. La profezia di Geremia si realizza quando Dio stesso entrerà nella storia facendosi uomo per salvarlo con la sua morte di croce: “reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono” (Eb 5,9). La seconda Lettura, tratta dalla Lettera agli Ebrei, riflette sul ruolo della sofferenza e della morte di Gesù nel mistero della salvezza. E’ questo il sacerdozio nuovo vissuto dal Cristo nella sua stessa carne. Facendosi in tutto simile ai fratelli fuorchè nel peccato, Egli insegna agli uomini la via della salvezza nel pieno abbandono nelle mani del Padre, Lui che imparò l’obbedienza dalle cose che patì”, conduce ogni uomo all’incontro con il Signore, alla comunione piena con il Padre.
Ritroviamo tutto questo nel Vangelo che la liturgia ci propone oggi. Gesù annuncia la sua glorificazione che si manifesterà sulla croce, nell’offerta della sua vita per amore di ogni uomo in quell’ora, il Cristo si rivelerà a coloro che “vogliono vederlo”. Egli indica anche a noi la strada da percorrere per seguirlo nel donare la nostra vita per poi ritrovarla nella piena comunione con Lui e i fratelli.
Sorelle Clarisse. Monastero San Micheletto
