Un messaggio di questa Domenica è la libertà: libertà di Dio e libertà dell’uomo da ciò che gli impedisce di essere libero.
Mosè nella I Lettura difende la libertà di Dio che si serve di chi vuole, quando vuole e come vuole. “Fossero tutti profeti nel popolo del Signore e volesse il Signore porre su di loro il suo Spirito.” Non si può monopolizzare Dio e la sua azione, imprigionandolo nei nostri programmi e schemi. Dio chiama chi vuole e sceglie i suoi strumenti fra gli uomini, magari quelli che noi scarteremmo e che non ci danno affidamento, ma il Signore conosce il cuore di ciascuno.
Anche Gesù nel Vangelo rivendica questa libertà. “Non glielo proibite…chi non è contro di noi è per noi…”Gesù parla anche di una ricompensa sicura per i discepoli che lui ha scelto e chiamato, nella sua libertà e autorità di Figlio di Dio.
Nel Vangelo c’è anche il messaggio che annuncia la necessità di essere liberati dagli scandali, nel doppio significato di liberare gli altri e noi stessi da ciò che ci rende difficile e pericoloso il cammino.
“Scandalo” è il sasso o il masso che nella strada fa inciampare, per cui bisogna rimuoverlo per non fare inciampare i fratelli, “questi piccoli che credono”, e per non inciampare noi stessi.. E’ un linguaggio iperbolico, usa immagini che a noi sembrano forti e ripugnanti, per significare la necessità urgente, vitale e molto importante per rimuovere gli ostacoli che ci impediscono di camminare speditamente nella via della verità e della fedeltà al seguito di Gesù. Il versetto dell’Alleluia prima del Vangelo ci illumina: “La tua parola, Signore, è verità, consacraci nella verità.” La conoscenza dei nostri limiti, delle debolezze, delle tendenze a non agire bene, a fare ciò che è contrario all’amore, ci aiuta a stare attenti per non cadere, evitando gli ostacoli e le occasioni, per vivere sereni nella volontà di Dio che è amore e vuole la vita dei suoi figli. La verità di noi stessi è fondamentale per farci crescere e rimanere nell’umiltà, perché la consapevolezza e l’accettazione della nostra umana fragilità ci rende aperti a ricevere la luce e la forza dello Spirito, a percepire i suoi inviti e ad essere docili alla sua chiamata e alla sua azione che ci rende strumenti della sua grazia per la salvezza e la vita dei nostri fratelli.
Nella II Lettura S. Giacomo è esplicito e oggi si potrebbe dire anche attuale. “Le vostre ricchezze sono marce…” Sono immagini forti anche queste, ma espressive. “I vostri vestiti sono mangiati dalle tarme, il vostro oro e il vostro argento sono consumati … Infine , avete condannato e ucciso il Giusto…” In queste parole si potrebbe intravedere un richiamo alla Passione e Morte di Gesù, che ha assunto nel suo corpo tutte le ingiustizie e le violenze dell’umanità oppressa di tutti i tempi e di tutti i luoghi. Ma la I Lettura ci mostra che Dio è fedele alle sue promesse di salvezza, che chiama gli uomini, senza distinzione di appartenenza, di meriti, di privilegi e li manda come profeti, per parlare ai fratelli “in nome di Dio”, per annunciare a tutti che Dio ancora oggi salva e libera gli uomini che Egli ama, sempre e per sempre.