Siamo ancora nella luce della Risurrezione di Gesù che ha capovolto le sorti dell’umanità e dopo aver sentito la lettura degli Atti in cui gli Apostoli davano testimonianza della Risurrezione,ci trasferiamo nel Cenacolo dove “la sera di quel giorno il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei venne Gesù…Tommaso non era con loro…Sappiamo come prosegue il Vangelo,che chiamerei il Vangelo degli increduli. In Tommaso che vuol mettere la mano nelle piaghe delle mani e del costato di Gesù ci siamo un po’ tutti noi, con i nostri dubbi, le nostre incredulità,la nostra mancanza di fede. La fede…non è facile credere a ciò che non si vede, è come arrampicarsi su uno specchio insaponato, quasi impresa impossibile, oggetto di tentativi spesso inutili perché l’ostacolo ci sovrasta. Eppure c’è la Parola di Gesù rivolta a Tommaso che riguarda ognuno di noi:”beati quelli che pur non avendo visto crederanno”. In fondo penso che quel “beati” ci possa far felici perché noi non abbiamo visto né la tomba vuota, né Gesù Risorto, ma la Sua Parola” Pace “e il suo “Beati “è proprio perché siamo chiamati a credere senza avere visto. Nella nostra professione di fede rinnovata nella veglia pasquale facendo memoria del nostro Battesimo abbiamo detto :credo e ogni giorno siamo chiamati a rinnovare questa professione di fede soprattutto nei momenti di maggior difficoltà quando siamo chiamati a credere che la Provvidenza sorge prima dell’alba, che Dio ci ama in modo personale, che la solitudine è abitata dalla Sua amicizia, che se gli altri ci giudicano, Lui ci ama e ci accoglie come siamo, che se la depressione o la disperazione vengono e ci soffocano, c’è il medico e la medicina. Ecco cosa significa credere!ed essere così beati. Possiamo chiedere a Tommaso di aiutarci a dire “Signore mio e Dio mio”quando la fede è luce e quando la fede è tenebra.