La parola vegliate è il motivo ricorrente in questo brano e sarà di nuovo rivolta da Gesù ai discepoli al Getsemani, quando chiederà di “vegliare e pregare” (14,34.38). Il breve brano odierno narra di un uomo che se ne va e lascia ai suoi servi due incarichi diversi: ad alcuni dà il potere, cioè l’autorità su una parte dei suoi beni, lasciando ad ognuno un compito, così al suo ritorno potrà controllare se è stato eseguito. In tal modo i servi manifestano fedeltà al padrone come nella parabola dei talenti Mt 25,14; Lc 19,12. Al portiere invece dà l’incarico di vegliare, di essere pronto ad aprire quando tornerà, in tal modo manifesterà una vigilanza attenta (cfr. Lc 12,36). La vigilanza deve essere continua, i quattro riferimenti temporali richiamano la divisione in turni di guardia della notte (4 turni di 3 ore) e questa divisione scandisce anche i momenti successivi della passione: l’ultima cena si svolge di sera (14,17), sarà arrestato di notte (14,30), al canto del gallo Pietro tradisce Gesù (14,68.72) ed è al mattino che Gesù sarà condannato a morte e consegnato a Pilato (15,1); ugualmente al mattino viene trovata la tomba vuota con l’angelo che annuncia la resurrezione (16,2). La nostra vigilanza si deve estendere nel tempo, così come la passione di Gesù si è estesa ed ha salvato gli uomini di ogni tempo. Il riferimento al tempo del ritorno, che non conosciamo, apre la riflessione sul discorso escatologico: Gesù, il padrone di casa, incarnatosi nella notte di Natale, ha vissuto educandoci e mostrandoci un esempio di vita coerente con il suo insegnamento; infine se ne è andato “è partito”. Ma prima della sua partenza (l’ascensione) ha assegnato ad ognuno di noi un “compito” preciso e per questo compito ci ha dato “il potere”, cioè ci ha dato quanto serve per poterlo eseguire. Allora quando tornerà, come Lui stesso ha annunciato (At 1,10-11; GV 14,1-3), verificherà se noi abbiamo adempiuto al compito che ci ha dato (Lc 12,37) e se siamo pronti ad aprire il portone e ad accoglierlo. Gesù parla con i primi discepoli chiamati a seguirlo (1,16.19), i quali lo interrogano (13,3), adesso però cambiano i destinatari del suo messaggio: tutti noi siamo chiamati a vegliare, a non cadere nel sonno.
