“Dio è Amore.” “Rimanete nel mio Amore.”
Questa Domenica si potrebbe chiamare la Domenica dell’Amore di Dio: attraverso la sua Parola Dio si dichiara all’uomo, dichiara il suo Amore per gli uomini di tutti i luoghi e di tutti i tempi, rivela il grande mistero del suo essere: Dio è Amore.
La I Lettura, dagli Atti degli Apostoli, ci presenta il centurione romano Cornelio, il primo pagano che si apre alla luce del Vangelo, riceve lo Spirito Santo e il dono del Battesimo da S. Pietro, che dice a lui e a noi, oggi: “ Dio non fa preferenze di persone.”
Nella II Lettura S. Giovanni ci annuncia la grande rivelazione che è il cuore di tutta la Parola Dio, la definizione del mistero inesprimibile e indescrivibile, il vertice di tutta la Sacra Scrittura: “Dio è Amore.”
Quanti filosofi e pensatori hanno cercato di definire Dio, la sua essenza, si sono chiesti: Chi è Dio?
- Giovanni nella sua I Lettera ci offre la chiara e semplice rivelazione del più grande mistero, centro e culmine della nostra fede. L’Amore di Dio è la sorgente di ogni amore umano che viene da Dio, è il suo sigillo, il segno visibile ed inequivocabile. “Chiunque ama è stato generato da Dio e conosce Dio.”
La manifestazione massima ed impensabile per gli uomini dell’Amore di Dio per noi è questa: “Dio ha mandato il suo Figlio unigenito nel mondo perché noi avessimo la vita per mezzo di Lui.”
Nel brano del Vangelo abbiamo l’espressione più grande dell’Amore di Dio nelle parole di Gesù. L’Amore del Padre per il Figlio si è riversato e rivelato nell’Amore di Gesù Cristo per i suoi amici, per tutti noi. “Come…così…” E’ un parallelismo che ci dà le vertigini, ma Gesù è chiaro, non c’è pericolo di non capire o di capire male. “Rimanete nel mio Amore!” E’ un’esortazione forte, un imperativo detto con autorità , ad una sola condizione:”se osserverete i miei comandamenti, come io osservo i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo Amore.” I comandamenti del Padre sono la sua volontà di amare tutti gli uomini, il suo desiderio della nostra salvezza, realizzata nella Pasqua del Signore Gesù, con la sua Passione, Morte e Resurrezione. I comandamenti di Gesù si riducono ad uno solo, che Gesù chiama: il “suo” comandamento: “Amatevi gli uni gli altri, come io vi ho amati.” Sono questi “come” che esprimono la novità, l’esigenza dell’amore cristiano, che danno la misura alta, la più grande del vero amore, che giunge fino a “dare la vita per i propri amici”. Gesù apre tutto il suo cuore ai suoi amici, agli apostoli, a noi, ad ogni uomo, chiamato dall’Amore all’amore, scelto per essere amato e chiamato amico. “Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi…” Non si può rispondere all’Amore di Dio con superficialità e leggerezza, , non si può amare a metà, ma l’amore vero richiede serietà, totalità, sincerità e verità.
Gesù lo ripete con autorità: “Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri.” E’ questa la riprova del nostro essere cristiani, del vivere la concretezza del Vangelo, e in questo sta la gioia promessa da Gesù: “la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.” La gioia di Gesù consiste nel rimanere nell’Amore del Padre, nel compiere il suo disegno di salvezza universale e parla della sua gioia proprio la sera che precede l’inizio della sua Passione, quando va consapevolmente incontro alla morte per amore degli uomini..
E’ il messaggio delle due Letture precedenti, della Lettera di S. Giovanni e degli Atti degli Apostoli, dove si comincia a vedere i frutti della Redenzione, inizia la realizzazione della salvezza universale, aperta ai pagani e a tutti gli uomini di tutti i luoghi e di tutti i tempi, attraverso la Chiesa, come dice S Pietro:
“Dio non fa preferenze di persone, ma accoglie chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque nazione appartenga.” Ogni uomo è amato dal Padre, redento dal Figlio, santificato dallo Spirito.