Il titolo di questa Domenica potrebbe essere: “Chiamata e missione”.
Un legame tra le letture è il messaggio che Dio sceglie, chiama e manda. Nella I lettura Amos dice: “ Il Signore mi chiamò mentre seguivo il gregge e il Signore mi disse: Va’, profetizza al mio popolo Israele”. E’ la chiamata dei profeti che parlano in nome di Dio. Nel Vangelo Gesù “chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due…” E’ la chiamata degli Apostoli che portano nel mondo il Vangelo di Gesù Cristo.
Nella II lettura tutti siamo scelti e chiamati da Dio che “in Cristo ci ha scelto prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità, predestinandoci ad essere suoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo, secondo il disegno d’amore della sua volontà, a lode dello splendore della sua grazia… In Lui anche voi avete ricevuto il sigillo dello Spirito Santo che era stato promesso.” E’ la chiamata dei cristiani, che con la loro vita e la loro testimonianza sono “predestinati secondo il progetto di Colui che tutto opera secondo la sua volontà a essere lode della sua gloria.” Dio vuole che tutti gli uomini siano salvi, come annuncia e proclama il salmo responsoriale. Il Vangelo indica anche le condizioni necessarie per svolgere le missione di apostoli: estrema semplicità, povertà di mezzi. Il corredo permesso per il viaggio comprende solo l’essenziale: un bastone, i sandali e una sola tunica. Non sono esigenze di austerità penitenziale: “non pane, né sacca, né denaro nella cintura”, ma sono espressione di fiducia completa in Colui che li ha inviati. Gesù infatti ha detto: “Il Padre sa di che cosa avete bisogno…guardate gli uccelli, ..guardate i gigli del campo” Il Padre provvede a tutte le necessità degli apostoli, attraverso la carità di coloro che li accolgono e li ospitano. “…e partiti proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molto demoni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.” E’ il mandato di Gesù, il compito che affida ai suoi apostoli, la loro missione, che comprende anche la possibilità di essere rifiutati, non accolti, non ascoltati, ma tutto ciò non li ferma e proseguono con la fiducia che il Signore opera in loro e con loro. Tutti i cristiani in forza del loro Battesimo sono apostoli e missionari del Vangelo, nelle loro famiglie nel loro ambiente di lavoro, nelle scuole, nella società, coscienti che il Signore continua a compiere per mezzo di loro, le meraviglie e le sorprese del suo Amore, attraverso la potenza della sua Parola di salvezza e di vita.
“Gesù prese a mandarli a due a due…” Un significato nascosto in questo metodo di Gesù potrebbe essere un invito alla comunione fraterna, che è la prima e più efficace testimonianza del Vangelo. Gesù non li manda da soli, come battitori liberi, e non li manda in coppia perché si facciano compagnia e non soffrano la solitudine…certo che in due si soffre meglio, ci si sostiene nelle fatiche, nelle difficoltà e i pesi portati in due sono meno gravosi, ma il senso più profondo è nella fraternità vissuta gomito a gomito, pur nelle diversità, ma anche nell’aiuto e nel sostegno reciproco, che è l’autentica testimonianza cristiana che fà dire :”Guardate come si amano..” e provoca un contagio di carità nella Chiesa. Gesù ha detto nell’Ultima Cena: “Da questo vi riconosceranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri.” Gesù non li manda neppure in gruppi o gruppetti, ma ha scelto la forma della coppia, per una maggiore moltiplicazione del messaggio evangelico, che poteva raggiungere un maggior numero di località, e anche perché la coppia è la cellula primordiale della famiglia umana e resta un segno comprensibile a tutti di vera e profonda comunione interpersonale.
Con il Salmo Responsoriale abbiamo pregato: “Mostraci , Signore, la tua misericordia ” e con fiducia chiediamo che anche oggi, manifesti i prodigi del suo amore e susciti anche nei nostri giovani, nelle nostre comunità, apostoli generosi del suo Vangelo, capaci di portare agli uomini del nostro tempo la Parola che dà la vita al mondo. Preghiamo perchè si realizzi il progetto del Signore che vuole che tutti gli uomini siano salvi. Tutti infatti siamo chiamati alla santità: la vocazione universale alla santità riguarda tutti i figli di Dio, ogni uomo e ogni donna, di ogni lingua, popolo e nazione, di ogni luogo e di ogni tempo.