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Vangelo dell’VIII domenica del Tempo Ordinario (Anno A)

Pubblicato su 23 Febbraio 2017 di Suore Carmelitane

COMMENTO AL VANGELO 8° T.O.

 

“A ciascun giorno basta la sua pena”.

Il Signore è buono, misericordioso e giusto. Conosce ogni sua creatura come nessun altro e per ciascuna dispone il necessario giorno per giorno, compresa la sofferenza, che, dopo il peccato originale, fa misteriosamente parte della vita terrena.

Ma noi non siamo buoni, misericordiosi e giusti come Dio. Non ci basta il necessario. Vogliamo sempre di più. Questo sarebbe cosa normale, perché Dio ci ha fatti per l’Infinito. Il male subentra quando cerchiamo di accaparrare tutto per noi stessi, a costo di toglierlo agli altri. Dio ha creato le meraviglie dell’universo per il sostentamento e la gioia di ogni sua creatura e in particolare per ogni persona umana. Egli desidera e vuole che ciascuna ne abbia a sufficienza e che nessuna manchi del necessario e anche del superfluo. Molti, però, non si curano del disegno di Dio e portano avanti soltanto il proprio interesse. Riempiono i propri “granai” a proprio uso e consumo. E così si crea l’ingiustizia e la disuguaglianza sociale, la miseria, la ribellione, le guerre e le sopraffazioni. La sofferenza. Basterebbe che ognuno si accontentasse della propria parte, sia pure facendola fruttare intelligentemente, ma a beneficio di tutti, nella consapevolezza che tutti siamo fratelli, perché figli dello stesso Padre: Dio, che ci ha resi figli nel Suo Figlio Amato.

Anche la sofferenza il buon Dio vorrebbe dosarla con il contagocce, per ciascuno e per ogni giorno. Ma i nostri comportamenti personali e sociali sono tali da aumentare le dosi a dismisura. Basta pensare al sistema economico e politico mondiale: tutto in mano a pochi. I ricchi sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri. Il potere in mano a uno solo o ad una minoranza e tutti gli altri sottomessi.

E poi ci chiediamo: “Perché Dio permette tutte queste ingiustizie?”…

Perché Dio ci ha creati persone libere e rispetta la nostra libertà, fino a pagare di persona questo suo rispetto verso di noi. L’ha pagato sino a farsi uno di noi, con il mistero dell’Incarnazione. E l’ha pagato fino alla morte e alla morte di croce, riservandosi però di condurre tutto e tutti alla Salvezza..

Con la Sua Risurrezione, infatti, ha iniziato “una cosa nuova”: la Redenzione, già attuata da Lui, la quale, per giungere a compimento, richiede la nostra piena collaborazione e accettazione. Occorre che ciascuno di noi “cerchi anzitutto il regno di Dio e la Sua giustizia” e allora “tutto ci sarà dato in aggiunta”.

Santa Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein) sintetizza tutto questo in una bella frase:

“Vivere il presente senza il peso del futuro”.

Proviamo a fare così anche noi, giorno dopo giorno, fidandoci di Dio e affidandoci a Lui e sperimenteremo la gioia della libertà e dell’Amore.

Questo non vuol dire stare con le mani in mano. Il Signore ci ha creati persone intelligenti e ci ha dotato di talenti, di doti da mettere a frutto. Ci vuole ingegnosi e laboriosi, ma a vantaggio di tutti e in pace con tutti. Vuole che siamo Suoi collaboratori nella costruzione di un mondo migliore, un mondo in cui regnino stabilmente la verità, la giustizia, la fraternità, l’uguaglianza nella legittima diversità. Un mondo in cui l’Amore sia sovrano. Ma l’Amore vero: quello che pensa più agli altri che a se stesso e si fa dono agli altri per la loro felicità, che in tal modo, diverrà anche la “mia” felicità e la felicità di Dio.

 

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