Domenica scorsa abbiamo meditato sulla gratuità del seminatore che non guarda alla qualità del terreno per spargere il seme,lasciando a questa qualità la facoltà di far germogliare o di far morire il seme. Oggi il Vangelo continua sulla scia dei racconti delle parabole che Gesù usa per far capire ai suoi ascoltatori quali siano le qualità del regno. Ci troviamo così di fronte ad un nuovo seminatore che getta nel campo la semente che cresce, ma con grande sorpresa degli operai cresce insieme alla zizzania ed essi meravigliati vanno dal padrone con in tasca la soluzione più rapida:strappiamo la zizzania così che il grano cresca meglio .Alla loro proposta il padrone ribadisce che non è opportuno fare quel lavoro così radicale per non correre il rischio che strappando l’una venga sradicata anche l’altro. Devono crescere insieme e solo alla fine si separeranno.Mi sembra che in questa parabola sia racchiusa tutta la pedagogia di Dio che in verità sorpassa ogni veduta umana e anche..logica ..Dio non ha i nostri metri,né i nostri tempi,né le nostre logiche soluzioni; Dio è magnanimo e chiede che impariamo da Lui:crescere buoni e cattivi insieme,non avere fretta di sradicare chi non la pensa come noi,chi porta un’altra ideologia,chi professa un’altra religione,chi parla un’altra lingua. Oggi più che mai viviamo all’insegna della multiculturalità, della varietà delle religioni,delle lingue e ci viene richiesto anzitutto molto rispetto:ogni uomo è mio fratello ripeteva un canto degli anni passati e come tale figlio di Dio, amato da Lui. Ovviamente per crescere insieme in modo armonico sono necessari alcuni requisiti: anzitutto la consapevolezza che ciò che conta è la testimonianza, che non è la dialettica che convince, ma l’esempio,che per vivere insieme in un mondo che cambia è necessaria una buona dose di umiltà, che faciliti il dialogo. Immaginiamo la sorpresa di quegli operai di fronte alla “bocciatura “ della loro proposta, ma la motivazione data da Gesù, convince…il regno di Dio cresce con la zizzania, sembra un paradosso, ma alla fine ci sarà il giudizio di cui parla il Vangelo di Matteo al cap.xxv. Credo che dobbiamo imparare da Gesù la pazienza dell’attesa prima di tutto con noi stessi e poi con il prossimo; la lungimiranza che è sorella della speranza, la gioia di sapere che il campo è custodito da Dio e che la gioia del raccolto sarà proporzionata al Suo disegno di salvezza per ciascuno di noi nel rispetto della nostra libertà. Viviamo quindi in questo tempo sazi dello sguardo di Dio che si incarna anche nelle bellezze del creato dove tanti vanno a saziarsi dell’immensità del mare o della bellezza delle montagne. Con Papa Francesco ricordiamoci il rispetto per il creato!!!
